Interviste

Il ciclo della bellezza

Fabio Fornasier, classe 1963, è un Maestro del vetro muranese, figlio d’arte che ha acquisito dal padre Luigi le tecniche e la passione per questo mestiere unico al mondo, ma anche padre che sta trasmettendo al figlio i segreti della fornace. Nelle sue originali creazioni, lo stile e la tecnica tradizionale si arricchiscono di un afflato artistico che deriva da curiosità, apertura al nuovo, inclinazione alla sperimentazione, e il suo riconosciuto capolavoro e best-seller, il lampadario Lu-Murano, testimonia lo stile contemporaneo, leggero ed evocativo del Maestro, nominato MAM – Maestro d’Arte e Mestiere nel 2024.

Da figlio d’arte che ha saputo modernizzare l’attività di suo padre Luigi, può raccontarci quali sono le opportunità di un artigiano del vetro oggi, rispetto a 50 anni fa?

Oggi un giovane ha molte più opportunità rispetto al passato. Intanto, non serve più viaggiare per aggiornarsi e confrontarsi: tutte le informazioni sono sempre facilmente a portata di mano, tramite un computer o un cellulare. Per me è un aspetto fondamentale, perché sono sempre alla ricerca di nuove fonti di ispirazione, soprattutto nelle creazioni di artisti e artigiani che lavorano altri materiali. Inoltre, oggi c’è il lavoro ma manca la manodopera. I giovani che escono dalle scuole di formazione sono pochi e vengono subito assorbiti dalle fornaci più grandi. Eppure, il mestiere del Maestro vetraio è cambiato: andare in fornace non è più una punizione per i giovani che non hanno voglia di studiare, ma rappresenta l’opportunità di fare un lavoro unico e creativo, riconosciuto e fonte di grandi soddisfazioni.

Come vede la situazione dei vetrai di Murano oggi?

Il lavoro c’è ma le condizioni sono difficili, e i Maestri sono sempre meno: non è facile arrivare a contarne dieci, oggi. Quello della manodopera giovane è il problema principale, qualcosa su cui bisognerebbe lavorare cambiando la narrazione e l’immagine del Maestro vetraio, facendo capire che è un lavoro di prestigio. Poi c’è il problema serio dei costi – soprattutto quelli del gas e delle materie prime – che sono letteralmente raddoppiati nel corso degli ultimi cinque anni.

Chi sono i suoi principali clienti e committenti, e cosa cercano da un Maestro muranese come lei?

Noi non abbiamo rivenditori: lavoriamo esclusivamente su commissione insieme ad architetti, designer o clienti finali, che si rivolgono a noi principalmente per avere una versione unica, realizzata su misura, personalizzata nelle dimensioni e nei colori, del mio lampadario Lu-Murano. In questo ha un ruolo essenziale mia figlia Valentina, che funge da tramite tra me e i clienti.

Nell’arte muranese del vetro c’è ancora spazio per la sperimentazione? È possibile individuare delle aree comuni di ricerca, delle tendenze, o ogni fornace ha le sue specialità?

I maestri artigiani che lavorano in autonomia, non quelli che svolgono il proprio mestiere come dipendenti, hanno una grande libertà. Per me la sperimentazione è una dimensione quotidiana, sono molto curioso e ancora oggi non vedo l’ora di aprire il forno di raffreddamento, al mattino, per vedere il risultato del mio lavoro. I vetrai di Murano sono stati spesso accusati di non innovare, di uniformarsi in una produzione sempre uguale a sé stessa, ma proprio per questo, chi esce dalle tendenze realizzando qualcosa di nuovo ha la facoltà di emergere, farsi notare. A me è successo nel 2003, quando ho presentato Aria e Fuoco, lampadario alimentato a olio che poi è diventato Lu-Murano in versione elettrificata.

Lei tiene o ha tenuto lezioni in diverse prestigiose istituzioni internazionali. Qual è il principale insegnamento che ritiene di poter trasmettere ad un giovane che vuole fare questo mestiere?

Bisogna partire dalle basi e non pensare di poter bruciare le tappe. Il nostro è un mestiere estremamente tecnico, che cresce con l’esperienza e gli errori, ogni passo falso ha un suo perché. Purtroppo ci sono vetrai – penso soprattutto alle scuole americane – che realizzano pezzi interessanti ma poi non sono in grado di replicarli, non hanno metabolizzato completamente l’aspetto tecnico del proprio lavoro.

Nel 2024 ha ricevuto il riconoscimento di MAM – Maestro d’Arte e Mestiere della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Cosa ha rappresentato per lei questo riconoscimento?

È stata una grande felicità e un forte motivo di orgoglio. So bene quanta cura pone la Fondazione Cologni nella scelta dei suoi premiati, ed è sempre bello ricevere un premio alla carriera finché si è ancora vivi! Ho visto riconosciuta la mia passione, in un contesto tra l’altro meraviglioso, come l’Isola di San Giorgio nella mia Venezia, durante l’evento Homo Faber.

Ha un progetto del cuore? Un progetto di cui si è innamorato o uno che non è legato direttamente al mercato ma che risponde piuttosto ad un suo desiderio personale?

Il mio progetto del cuore è diventare l’assistente di mio figlio Nicolò. Oggi è lui che assiste me, ma il giorno in cui potremo invertire i ruoli sarà quello in cui potrò riconoscere che è arrivato.

VETRERIA ARTISTICA FORNASIER LUIGI

Calle del Paradiso 14

30141 Murano (Venezia) – Italia

Tel. +39 041 736176 – info@lu-murano.it

www.lu-murano.it