Interviste

Enza Fasano: il gioco del colore, tra storia e attualità

La bottega di Enza Fasano è la vera punta di diamante dell’arte ceramica grottagliese.
La maestra è infatti cresciuta fra le terracotte, e aver praticato quest’arte per tutta la vita le ha permesso di sviluppare un gusto raffinato e riconoscibile.
Oggi infatti, nel suo storico atelier, crea manufatti ispirati alla tradizione locale, ma anche reinventati con originalità e arricchiti da forme e giochi cromatici; pezzi che sanno sorprendere, risultato di anni di bottega, scuola familiare e perfezionamento, adatti a soddisfare una clientela cosmopolita ed esigente.
L’ampio showroom presenta centinaia di oggetti di grande bellezza: dai tipici manufatti della tradizione pugliese ai più funzionali elementi per la tavola e per la casa.
Nel 2020, Enza Fasano ha ottenuto il titolo “MAM – Maestro d’Arte e Mestiere”, riconosciuto dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Qual è la sua storia e come nasce la manifattura Enza Fasano?
La mia storia parte dai nonni di mio padre che hanno sempre lavorato la creta.
Io e la mia famiglia abbiamo proseguito la tradizione: mia figlia, designer, progetta le collezioni per l’azienda e mio marito è responsabile di produzione. Continuiamo a farlo con la stessa passione, ma con un occhio all’innovazione studiando nuove forme, colori e decori.
Come aneddoto potrei raccontare l’emozione che ho provato da ragazzina nel vedere un torniante innalzare un capasone, l’antico contenitore per il vino, alto 180 centimetri, a partire da una palla d’argilla, componendo i tre pezzi e assemblandoli.
Non sono mancate le difficoltà, più che altro di natura familiare, ma la passione per questo lavoro mi ha fatto superare qualsiasi ostacolo.
Ricordo anche con emozione la mia prima vendita: un oggetto realizzato con pochissimo a disposizione.
Oggi dopo queste difficoltà sono orgogliosa di aver realizzato il sogno di essere apprezzata da cultori e da un pubblico esigente, e orgogliosa di entrare con i nostri oggetti in case e hotel incantevoli.
Abbiamo potuto così allargare il nostro laboratorio, ottenendo spazio e più strumenti.

Quali sono le collezioni di ceramiche che realizza?
Sono molteplici ma posso sintetizzare dicendo che sono collezioni per la tavola, lampade, vasi da giardino e oggettistica varia. Le mie preferite sono le lampade e l’oggettistica ornamentale.

Quanto è importante la tradizione nel suo lavoro e come riesce a coniugarla con la capacità di innovare?
Tutto ciò che facciamo parte dalla tradizione, può essere la forma, il decoro oppure la tecnica di produzione. Facciamo ceramica da cinque generazioni, gli strumenti sono cambiati ma le tecniche sono quelle di una volta. Abbiamo un repertorio storico al quale spontaneamente faccio rifermento.
Mi piace interpretare la storia e portarla negli ambienti moderni.

Abbiamo poi alcune collezioni emblematiche da questo punto di vista. Ad esempio, i vasi slim: “slim” è la forma allungata degli oggetti, mutuati dalla tradizione grottagliese, che un tempo venivano usati per versare l’acqua, il vino e l’olio, i cosiddetti vummile, trufolo e oliera. Questa collezione è molto apprezzata, e combina la consuetudine del passato con lo stile del presente, dando nuova vita ad antiche forme e creando un rinnovato modo di concepire la casa.

Altra collezione che coniuga tradizione e innovazione è la pupa o cavaliere: del periodo feudale ricordiamo la leggenda delle “Pupe con i baffi”. Si narra che l’iniqua “jus primae noctis” scatenò la gelosia di un futuro marito che, pur di non far possedere la propria consorte dal feudatario di turno, si travestì lui stesso da sposa presentandosi al cospetto del nobile, ma poiché aveva dimenticato di tagliarsi i baffi fu subito scoperto. Come pena gli fu imposto di fornire il migliore dei suoi vini in fiasche antropomorfe in ceramica a memoria del tradimento, poi dette “Pupe”. Oggi si riproducono le Pupe con e senza baffi, anche nella versione “a cavallo” per ricordare la fuga dello sposo dal castello, utilizzate anche come candelieri o come base per lampade.

O ancora, il servizio da tavola pizzolato, una collezione che nasce tra il XIV e il XV secolo, originariamente smaltata con colori tipici, come l’avorio o il verde. Punta di diamante della nostra produzione per il suo particolare bordo martellato, ottenuto roteando un attrezzo seghettato sul bordo del piatto ancora morbido. Questa collezione la proponiamo nei 37 colori presenti nella nostra palette, le infinite combinazioni possibili che rendono il mood di questa tavola ogni volta unico e inaspettato.

Da dove viene l’ispirazione per le sue opere?
Dalla tradizione, come spiegavo prima, e dalla natura, da cui è nata la collezione dei carciofi, delle foglie d’agave, dei polpi e dei pesci.

Che importanza ha il legame con la città di Grottaglie per il suo lavoro?
È da qui che parte tutto. A Grottaglie esistevano le cave d’argilla ed è per questo che si è diffusa l’arte della ceramica. Anticamente si producevano soprattutto stoviglie per la tavola e grandi contenitori per il cibo, oggetti tradizionali ornamentali che rappresentano miti e leggende, come la pupa coi baffi, e decori come lo “smammriato” che tutt’ora riprendiamo, sempre in chiave moderna. Il legame stilistico con Grottaglie quindi è molto forte.

Svolge anche attività didattiche? È disponibile ad accogliere giovani per tirocini formativi?
Al momento ospitiamo solo una residenza d’artista all’anno. Il nostro sogno è tramandare il nostro sapere attraverso attività formative, ma al momento non riusciamo per motivi di tempo e spazio.
La residenza d’artista che si tiene annualmente è curata da Terraterra, un programma di residenze artistiche su invito, dedicate ai servizi da tavola. Terraterra seleziona gli artisti, mentre di questo progetto si occupa principalmente mia figlia Giovanna. Gli oggetti realizzati nel corso della residenza sono complementi per la tavola: negli anni passati gli artisti hanno lavorato sulle linee dei nostri piatti piani e brocche, mentre quest’anno sui bicchieri, disegnando e modificando le nostre forme, e affidando a noi la produzione.

Quali sono i progetti per il futuro della sua attività?
Sogniamo un luogo culturale e didattico che si affianchi e completi la nostra produzione.
Vorremmo ampliare l’esperienza delle residenze, aggiungendo classi per professionisti anche più lunghe, in cui loro stessi possano portare a termine i loro progetti.
Un altro sogno è quello di organizzare un’esperienza immersiva nel mondo della ceramica. La nostra azienda custodisce spazi e strumenti antichi di produzione, come forni a legna e torni a pedale. Abbiamo il desiderio di aprire questi luoghi a chi è interessato al nostro lavoro, mostrando sia il laboratorio moderno che quello antico.

Enza Fasano
Via Caravaggio, 31 – Grottaglie (TA)
+39 3483573110
info@enzafasano.it
www.enzafasano.it