Interviste

Bruna Mariani

Vincitrice della seconda edizione del concorso Artigiano del Cuore, nella categoria Conservare la bellezza

Bruna Mariani è la vincitrice della seconda edizione del concorso Artigiano del Cuore, nella categoria Conservare la bellezza. Restauratrice specializzata in opere di oreficeria e glittica, è una professionista riconosciuta a livello internazionale e apprezzata da tutti per la sua personalità.

Complimenti per la vittoria! Come hai vissuto il concorso Artigiano del Cuore?
Ho condiviso l’emozione del concorso con la mia famiglia, con gli amici più stretti e con i colleghi di lavoro… Ma la cosa incredibile è che, grazie ai social network, ho ricevuto grande sostegno e affetto anche dagli abitanti del mio paese di nascita! Sono felice che così tante persone abbiano voluto supportarmi, chi mi conosce sa quanta passione metto nel mio lavoro e quanti sacrifici faccio per portarlo avanti.

Hai iniziato nel mondo del restauro quasi vent’anni fa. Cosa ti ha portato su questa strada e perché hai scelto di specializzarti proprio nell’oreficeria?
Vent’anni fa non si parlava di crisi, quindi si aveva il privilegio di fare delle scelte per pura passione, senza pensare “ma poi troverò lavoro?”. Quindi ho semplicemente seguito la mia passione, conseguendo il Diploma di Restauratore di Beni Culturali nel 2003, presso la Scuola di Restauro di Alta Formazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. La specializzazione nel restauro dell’oreficeria è stata guidata da un interesse innato per i metalli, per le tecniche di lavorazione antiche e per gli ori degli Etruschi, di cui è particolarmente ricca la mia terra, la Toscana.

Sappiamo che viaggi spesso all’estero per lavoro. In questo momento ti trovi in Oman, in Medio Oriente: a cosa stai lavorando?
Ho svolto numerose attività di restauro tramite cooperazioni internazionali, soprattutto nell’area del Medio Oriente, collaborando anche con l’Università della California (UCLA) e il Centro Nazionale delle Ricerche. Attualmente mi trovo in Oman, un paese con una storia ricchissima, tradizioni secolari e una natura incontaminata. Sto lavorando su reperti archeologici dell’antico forte di Salut, un sito destinato a diventare patrimonio dell’UNESCO, la cui storia si intreccia con quella di grandi personaggi, come Re Salomone.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro? Cosa provi nel portare a termine un restauro?
La cosa che più mi piace è proprio la possibilità di osservare un oggetto nei minimi dettagli, da ogni angolatura, e riuscire a svelare i misteri dei grandi maestri, capaci a loro tempo di realizzare capolavori inarrivabili. La fine di un restauro è sempre ovviamente una grande soddisfazione, dietro la quale si nasconde però una leggera nostalgia, dovuta al distacco da un’opera con cui sei entrata in contatto per mesi, o addirittura per anni.

Perché il tuo mestiere è così importante?
Il restauro ha il potere di avvicinare le persone al mondo dell’arte e della cultura, perché permette di riscoprire tesori dimenticati e di riportarli al loro splendore, spiegandone in qualche modo la grandezza e l’importanza culturale. Inoltre dà spesso visibilità anche alle cosiddette “arti minori”, lavorando al recupero di manufatti rari e di grande valore.

Sono molte le eccellenze italiane nel campo del restauro. In cosa consiste per te l’eccellenza?
Credo che l’eccellenza risieda nel know-how che le scuole di alta formazione italiane sono in grado di trasmettere ai loro studenti; una preparazione di stampo scientifico e culturale, ma soprattutto pratico. Svolgendo attività di docenza presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Como, ho modo di constatarlo direttamente. Le scuole italiane offrono la possibilità ad aspiranti restauratori di far esperienza sul campo sin dal primo anno: questo è un grande privilegio!

Nella tua carriera hai lavorato a numerosi progetti importanti. Ce n’è uno che ti ha appassionata più di altri?
Lavoro dal 2004 con sovrintendenze, musei, enti ecclesiastici, committenti pubblici e privati. Fuori Firenze, ho avuto il piacere di collaborare con i musei Poldi Pezzoli e Bagatti Valsecchi e con la Fonderia Artistica Battaglia di Milano.
Senza dubbio, restaurare il grande altare d’argento del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze è stata una grande emozione. Un’opera corale che ha coinvolto artisti del calibro di Verrocchio, Pollaiolo, Ghiberti e altri maestri fiorentini: un compendio di oreficeria unico nel suo genere!

Se volessi convincere un/a giovane a intraprendere la tua stessa carriera, cosa gli/le diresti?
Rispondo con un aforisma attribuito a Confucio: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai un giorno in tutta la tua vita”.

 

Bruna Mariani
Via Sarzanese, 1617
Massarosa (LU)
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