MTA, New York City subway - artist Xenobia Bailey, with Miotto Mosaic Art Studios inc.
Interviste

Fabrizio Travisanutto

Vincitore della prima edizione del concorso Artigiano del Cuore, nella categoria Arredare e decorare

Fabrizio Travisanutto è il vincitore della prima edizione del concorso Artigiano del Cuore, per la categoria Arredare e Decorare.
Maestro Mosaicista dal 2003, oggi gestisce l’azienda del padre e realizza magnifiche opere per prestigiosi committenti in tutto il mondo.

Complimenti per la vittoria! Come hai vissuto il concorso Artigiano del Cuore?
L’ho vissuto con grande curiosità ed entusiasmo. È stata la prima volta in cui mi sono messo in gioco così apertamente, generalmente evito di esporre la mia attività al grande pubblico. Vorrei ringraziare tutte le centinaia di persone che hanno speso qualche minuto per testimoniare la loro simpatia nei nostri confronti.

Quando è nata la tua azienda? Cosa ti ha portato a proseguire questa tradizione?
Mio padre, Giovanni Travisanutto, ha studiato e lavorato come mosaicista a Spilimbergo fino al 1971, quando gli venne offerta la possibilità di lavorare a New York, negli Stati Uniti. Dopo un decennio molto fruttuoso, nel 1979 decise di tornare in Friuli e di aprire l’azienda: da allora non ci siamo mai fermati un solo giorno, realizzando migliaia di mosaici artistici in ogni angolo del pianeta.
Lui voleva che diventassi avvocato. Invece, dopo il liceo classico, ho scelto di continuare il suo mestiere. Perché in tutta la vita l’ho sempre visto felice, sempre contento di andare al lavoro, mai stanco né annoiato. Indubbiamente è stato ed è tutt’oggi la mia figura di riferimento.

Cosa ha decretato il successo della tua azienda?
Sembrerà banale, ma la scelta della qualità è stato il segreto del nostro successo, e alla lunga ha sempre ripagato. Non abbiamo mai inseguito le mode, anche quando certi prodotti di bassa qualità avevano invaso il mercato, diventando appunto di tendenza. Inoltre, non abbiamo mai cercato manovalanza a basso costo. Al contrario, cerchiamo di incentivare i nostri collaboratori, anche incrementando le loro remunerazioni in relazione ai successi aziendali. Una volta approvato un preventivo, ci preoccupiamo soltanto di consegnare un’opera musiva di eccellente fabbricazione, perfetta in ogni sua parte. Resterà a testimonianza del nostro operato per centinaia e forse più anni: questo va oltre ogni aspetto economico.
Altro segreto? Oggi può sembrare scontato, ma la perfetta conoscenza dell’inglese è stata di vitale importanza per poter lavorare con committenti da tutto il mondo.

Cosa rende uniche le vostre opere? Ce n’è una a cui sei particolarmente affezionato?
I nostri mosaici nascono sempre dal bozzetto di un artista, questo li rende tutti unici e irripetibili. Personalmente, per ogni opera conservo un ricordo legato alle persone che ho conosciuto durante i lavori.
Sono molto affezionato ai mosaici realizzati per il Monumento al Redentore sul Monte Guglielmo, sopra il Lago d’Iseo nel Bresciano. A volerli è stato Cesare Giovanelli, fondatore della omonima Bottega Incisioni: lo considero un caro amico, che ha saputo contagiarmi con il suo entusiasmo, la forza d’animo e la passione per l’arte. Vorrei anche ricordare uno splendido lavoro realizzato per la Cattedrale di Knock, in Irlanda: un mosaico di 200 metri quadrati nato dal bozzetto dell’artista P. J. Linch, una persona di un’umanità straordinaria. All’inaugurazione dell’opera sono stato abbracciato da persone che vivevano lì, commosse per il lavoro. Ho sentito in quel momento una gratitudine sincera, un affetto che mi emoziona ancora adesso ripensandoci.

Hai una storia o un aneddoto curioso che ti è capitato durante la tua carriera?
Ce ne sarebbero davvero tanti. Alcuni non sono riportabili, come le serate passate in compagnia degli irlandesi, altri riguardano emozioni molto personali.
Una volta, al posto dei tradizionali bozzetti su carta, l’artista Xenobia Bailey ci consegnò un lavoro all’uncinetto. Riuscimmo con impegno a riportare fedelmente quell’idea su mosaico, creando una delle più belle opere musive della metropolitana di New York. Recentemente, per la decorazione del Santuario Nazionale di Washington, ho visto un cinese calato dalla cima del cupolone per prenderne le misure con un laser. È stata un’avventura incredibile, e decisamente curiosa.
E anche tante altre in passato… Quando scoprii che il noto ritrattista Jack Beak era un appassionato di corse automobilistiche lo portai a Monza, al Gran Premio di F1. Solo poche settimane fa, invece, ho portato l’artista newyorkese Joyce Kozloff a una passeggiata in montagna tra la natura: è stato bello vederla emozionarsi davanti alle nostre Dolomiti.

Torniamo a Spilimbergo. Qual è il tuo rapporto con il territorio e con la comunità in cui vivi e quanto influisce sul tuo lavoro?
Spilimbergo ha una tradizione secolare nel mosaico. La Scuola Mosaicisti del Friuli esiste da quasi cent’anni ed è la ragione per cui anche io e la mia azienda esistiamo. Mio padre vi ha insegnato per 18 anni e io stesso, dopo il liceo, l’ho frequentata. Tutti i miei collaboratori ci sono passati: questo la dice lunga sulla sua importanza.
Amo il mio territorio, cerco di difenderne l’identità per quanto posso e di far conoscere Spilimbergo nel mondo con il mio lavoro. Se vogliamo garantirci una sopravvivenza in futuro, sempre più dovremo difendere la nostra tradizione.

Qual è la tua grande passione fuori dalla bottega?
Ho diverse passioni. La prima indubbiamente è la montagna. Vi scrivo ora dalla Croazia, al termine di un bellissimo lavoro mi sono preso una giornata per salire la cima di un monte che si affaccia sull’arcipelago della Dalmazia: la vista di tutte le isole è mozzafiato.
Amo la cucina e con la mia compagna Martina ci divertiamo molto a preparare piatti particolari, la trovo un’attività creativa e rilassante.
Da piccolo ho sempre avuto la passione per le corse automobilistiche, che ho trasmesso al mio unico figlio, Lorenzo. Oggi ha 18 anni e gira il mondo da pilota professionista di karting; credo che queste esperienze gli serviranno nella vita, qualunque cosa farà, incluso il mosaico.

Cosa consiglieresti a un ragazzo di 15 anni che vuole diventare mosaicista?
Caro quindicenne, abbi l’umiltà di imparare il mestiere e non avere fretta: ci vogliono anni, non giorni. Più diventerai bravo e più la tua eccellenza verrà ricompensata. Non correre dietro ai facili guadagni ma tieni sempre a mente il tuo obiettivo più alto, i guadagni arriveranno comunque. Cerca una bottega e un maestro che ti insegni, così riuscirai ad apprendere molto di più. Impara tutte le tecniche e gli stili, è essenziale per arrivare tra i pochi eccellenti artigiani e spiccare in mezzo alla mediocrità.
Infine ti auguro che questa Italia, che ha nell’arte e nell’artigianato un suo fiore all’occhiello, finalmente torni a tutelare chi, come te, ha deciso di portare avanti una tradizione millenaria.

 

Mosaici Giovanni Travisanutto
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