Orsola Clerici: dipingere i sogni

PictaLab è un laboratorio di decorazione d’interni attivo a Milano da oltre quindici anni, fondato nel 2007 da Orsola Clerici, in collaborazione con Chiara Troglio.
Nell’elegante atelier si realizzano carta da parati dipinta a mano e decorazioni parietali, con l’ausilio di svariate tecniche: dall’affresco al trompe d’oeil, dal rivestimento al laccato. Qui maestranze specializzate realizzano magistralmente prima il progetto, che nasce sempre da un confronto diretto con il cliente finale per capirne le esigenze e le aspettative, poi l’esecuzione, rigorosamente su misura.
Il lavoro infatti tiene sempre conto dello spazio architettonico e del contesto in cui l’idea prenderà forma, per offrire soluzioni creative e personalizzate. Oltre alle decorazioni su parete, il laboratorio offre anche un servizio di personalizzazione di mobili e oggetti di interior design.
Orsola Clerici, co-titolare e co-fondatrice dello studio, ha ottenuto nel 2020 il titolo “MAM – Maestro d’Arte e Mestiere” della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Qual è stato il suo percorso e come ha iniziato a svolgere questo mestiere?
Ho studiato pittura e restauro prima all’accademia di Como e successivamente a Brera. Lo studio delle tecniche antiche e dei materiali è stato utilissimo. Successivamente ho iniziato a lavorare a Milano con Alfonso Orombelli, decoratore, e presto mi sono resa autonoma. Ho avuto la grande fortuna di iniziare fin da subito a lavorare con architetti come Piero Castelli e Barbara Frua, che mi hanno offerto l’opportunità di imparare moltissimo e di ammirare ed entrare in contatto con spazi e luoghi incantevoli.

Quali sono gli stili, le tecniche e i materiali che predilige?
Sono piuttosto eclettica e sono attratta da tecniche molto variegate. La pittura “libera” a tempera su grandi superfici rimane forse il mio grande amore, tuttavia anche l’incisione o le lavorazioni su supporti particolari, come il vetro, mi attirano molto, soprattutto ultimamente. Mi sto confrontando anche con tecniche ibride di stampa digitale e tecniche manuali, che mi stanno dando grande soddisfazione.

Itinerari di Wellmade: la magia del legno intagliato in Trentino Alto Adige

Gli Itinerari di Wellmade sono realizzati per The Ducker e pubblicati nella sezione “Maestri”, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Il Trentino Alto Adige è una meta turistica privilegiata in questo periodo invernale: una terra affascinante dove storia e tradizioni popolari sono rimasti ancora intatti, grazie alla morfologia del territorio e allo spirito di conservazione del proprio saper fare tipico della popolazione. Molti dei mestieri tradizionali sono nati infatti durante i lunghi e gelidi inverni, quando le forti nevicate bloccavano le strade anche per giorni o settimane, costringendo gli abitanti a vivere isolati e doversi procurare in autonomia il necessario per vivere. Nella tranquillità delle proprie case, si dedicavano con passione ad attività di artigianato, portandole all’eccellenza: le donne alla tessitura, per produrre indumenti, coperte e tessuti per la casa; gli uomini alla lavorazione del legno, per creare utensili e arredi.

Quella dell’intaglio del legno è sicuramente una delle tradizioni più conosciute.
Oggi sono pochissimi gli artigiani che portano avanti questo mestiere d’arte: negli anni tuttavia la pratica ha cominciato a interessare anche le donne e si è evoluta in opere dallo stile moderno e contemporaneo, anche se alcuni ancora intagliano secondo i decori e i motivi della tradizione.
Non solo oggetti d’uso: anche la pratica della scultura è antica, ed è eseguita attraverso la tecnica dell’intaglio, ovvero scavando nel legno con scalpello e bulino.

Wellmade, il sito e l’app che permettono di scoprire le migliori botteghe artigiane, ci guidano alla scoperta di tre importanti atelier trentini dove prosegue questo prezioso mestiere.

Itinerari di Wellmade. La pietra leccese della “Terra d’Otranto”

Gli Itinerari di Wellmade sono realizzati per The Ducker e pubblicati nella sezione “Maestri”, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

In Puglia si trova un vero tesoro, sparso un po’ in tutta la Regione, ma soprattutto racchiuso nella zona che veniva anticamente chiamata “Terra d’Otranto”, ovvero il territorio delle odierne province di Lecce, Taranto e Brindisi. Si tratta di un gioiello della natura la cui lavorazione viene praticata da tempi remoti: la pietra leccese.

Materia prima prediletta da maestri artigiani, artisti e scultori locali, il “leccisu” ha reso le città della regione, e Lecce in particolare, vere protagoniste del barocco, epoca in cui questa pietra calcarea conosce il più grande splendore e viene impiegata per costruire e decorare chiese, architetture e monumenti. Esempi magnifici di questo periodo sono infatti la Basilica di Santa Croce e il Duomo di Lecce; ma anche i fregi, i capitelli e i rosoni che decorano i palazzi e gli edifici di culto della città.

Questa roccia viene estratta soprattutto nell’entroterra leccese, ma anche nel territorio di Brindisi, da cave a cielo aperto profonde fino a 50 metri. Nel tempo la pregiata pietra ha rappresentato una delle risorse più preziose per l’economia locale: grazie alla facilità di lavorazione, dovuta alla presenza di argilla nella composizione, il materiale è ancora oggi largamente impiegato nella decorazione di interni, nell’arredo e nella realizzazione di opere artistiche.
Wellmade, il sito e l’app che promuove i migliori artigiani italiani, ci guida alla scoperta di tre interessanti realtà che lavorano questa pietra a regola d’arte, tra la provincia di Lecce e quella di Brindisi.

Itinerari di Wellmade: il micromosaico, eterna bellezza

Gli Itinerari di Wellmade sono realizzati per The Ducker e pubblicati nella sezione “Maestri”, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Culla della civiltà, dell’arte e della cultura, città eterna: Roma è un luogo dal fascino intramontabile, dove “portano tutte le strade”. Fin dall’antichità, la città è sempre stata terreno fertile per invenzioni e innovazioni, anche nell’ambito delle tradizioni artigiane: dalla lavorazione del marmo al vetro, dalla ceramica all’oreficeria, dall’affresco al mosaico. È proprio su quest’ultima tecnica che vale la pena soffermarci: una forma d’arte che continua a vivere in alcuni piccoli o grandi atelier della città, dove si respira ancora l’essenza della botteghe rinascimentali.

A Roma il mosaico si è evoluto in una variante ancora più pregevole e raffinata, chiamata micromosaico, o mosaico minuto. Questa lavorazione è nata alla fine del Settecento, tra le mura dello Studio Vaticano del Mosaico e nel cantiere della veneranda Fabbrica di San Pietro: in questi due importantissimi contesti si formavano e lavoravano i mosaicisti che decoravano o restauravano gli interni della basilica di San Pietro.

Questi maestri artigiani realizzavano incredibili decorazioni, ricorrendo al mosaico con tessere di smalto a base vetrosa: una lavorazione meno soggetta al degrado e all’umidità rispetto alla pittura, con cui realizzavano copie degli originali dipinti della chiesa. L’uso, innovativo e inedito per l’epoca, di tessere sempre più minute, permetteva di creare opere che riproducevano un effetto simile, e quasi indistinguibile se visto da lontano, a quello di un dipinto o un affresco.

Il micromosaico era inizialmente destinato soprattutto alla decorazione di oggetti e accessori di piccole dimensioni, da osservare da vicino, come soprammobili, tabacchiere, cofanetti, calamai e scatoline (amatissimi souvenir del Grand Tour in Italia) oltre ai gioielli, ma veniva impiegato anche per decorare interni di abitazioni e palazzi, sostituendosi agli intarsi in legno, in avorio e in pietra.
L’apprezzamento della produzione “in piccolo” ha portato la Fabbrica di San Pietro a ufficializzare la tecnica, affiancandola quindi a quella “in grande”.

Oggi vi guidiamo alla scoperta di tre botteghe dove tuttora si porta avanti questa preziosa eredità romana: tre atelier presenti su Wellmade, piattaforma digitale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, che presenta e promuove le realtà artigiane d’eccellenza del nostro territorio.