Bottega Orafa

“Trasformare la propria manualità in arte e fare di quest’arte una professione”: con questo desiderio Luigi Citi, artigiano orafo pisano, ha aperto la sua bottega nel 1993. Un’approfondita ricerca è alla base della realizzazione di ogni gioiello, per il quale vengono scelti i materiali più preziosi e applicate lavorazioni di altissimo livello. Nel laboratorio di Navacchio, in provincia di Pisa, l’attenzione per l’innovazione è esaltata dal rispetto per la tradizione: antichi utensili sono affiancati a macchinari di ultima generazione, che permettono anche il recupero o la personalizzazione di vecchi gioielli, oltre che la creazione di nuovi. Tutto è curato nel dettaglio seguendo le specifiche dei clienti, i cui desideri sono interpretati e tradotti in forme, superfici e colori. In laboratorio si realizzano anche perizie, stime e valutazioni su appuntamento.

BB Mosaici

Giada Salice ha studiato l’arte del mosaico presso la Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, in provincia di Pordenone, e nel 2015 ha aperto la sua bottega BB Mosaici a Torino.
Nel suo lavoro pone grande attenzione alla scelta dei materiali e delle tecniche da impiegare per ottenere il miglior risultato e segue il cliente in ogni fase della creazione. La sua produzione include opere d’arte, decorazione di complementi di arredo e mobili, opere tridimensionali e perfino gioielli.
Nonostante la giovane età, Giada ha partecipato a numerose mostre collettive e tra i suoi più importanti lavori ci sono la riproduzione del fregio del Sartorio per la Camera del Deputati e il rivestimento interno della cupola del Santuario mariano di Nossa Senhora di Aparecida in Brasile, realizzate in collaborazione con altri mosaicisti.

Sofia Morelato

Sofia Morelato ha studiato arte orafa presso la Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza e l’Istituto d’Arte Castelmassa; successivamente ha conseguito la laurea in Design del Gioiello e dell’Accessorio all’Istituto Europeo di Design di Torino.
Sotto il suo marchio, SofiaM., realizza gioielli tramite tecniche orafe tradizionali, impiegando metalli preziosi e pietre preziose o semipreziose.
Dalla sua esperienza, o dal disegno dei suoi clienti, nascono creazioni originali e innovative nelle forme, grazie a un’accurata ricerca di design unita alla tradizione orafa artigiana.

Di Giacomo 1870

Già nel 1870 la famiglia Di Giacomo realizzava preziosi orologi incisi a mano, decorati con smalti e pietre preziose. Oggi Di Giacomo 1870 è un laboratorio orafo a Roma, riconosciuto in tutto il mondo, che collabora con importanti firme dell’alta gioielleria nella creazione di prodotti e nel restauro di opere d’arte antiche.
Ogni gioiello viene ideato e realizzato interamente nel laboratorio di Via Boezio 37. La produzione è versatile e all’avanguardia ed è in grado di adattarsi ai disegni e alle esigenze di ogni committenza.
Il Maestro Corrado di Giacomo, che è stato l’ultimo erede di questa preziosa tradizione, è stato Camerlengo dell’Università e Nobil Collegio degli Orefici di Roma, la più antica istituzione del settore al mondo: le sue origini risalgono agli inizi del XV secolo.
Oggi l’attività è stata rilevata, ma conserva il saper fare e il gusto raffinato della famiglia che l’ha fondata.

Simone Groppi

Simone Groppi è un orafo scultore, diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Seguendo le orme del padre Franco, maestro orafo che avviò l’attività negli anni Settanta, ha continuato la ricerca degli splendori delle antiche civiltà perdute, attraverso la riproduzione di gioielli e monili, come pettorali, anelli, orecchini e bracciali.
Oggi, nel laboratorio di famiglia a Saronno, realizza gioielli che sono un ponte diretto tra le opere dell’antichità e lo stile contemporaneo, utilizzando tecniche tradizionali come la cesellatura e la fusione a cera persa. Spesso essi prendono forma dal disegno del cliente, a cui viene offerto un servizio di personalizzazione su misura del gioiello. Inoltre, all’interno dell’atelier si eseguono riparazioni e si ritirano oggetti preziosi in oro per fonderli e crearne di nuovi.

Calace

Raffaele Calace è nato nel 1948 a Napoli, ed è bisnipote di quel Nicola Calace che fu il primo della leggendaria dinastia di liutai che dal 1825 ha prodotto i più famosi e apprezzati mandolini. Il nonno, omonimo, è il Raffaele Calace che compose più di 180 opere per strumenti a plettro: universalmente definito “Il Paganini del mandolino”, lo perfezionò rendendolo lo strumento che conosciamo oggi.
Nella loro storia i Calace hanno ottenuto numerosissimi riconoscimenti, tra i quali 69 diplomi e 20 medaglie d’oro. Raffaele Calace non ha interrotto la tradizione di assoluta eccellenza. A 14 anni inizia ad affiancare il padre in bottega, e con pazienza apprende l’arte, i segreti e le tradizioni di famiglia.
Ormai da molti anni i suoi strumenti sono unanimemente riconosciuti come punto di riferimento per i migliori concertisti. Fornisce tutte le orchestre italiane ed europee e buona parte della produzione viene esportata in Giappone ed in Corea del Sud.
Negli ultimi 34 anni di attività, Raffaele Calace ha ricevuto più di 20 onorificenze: dalla città di Napoli al Presidente della Repubblica, dalla SIAE alla Chiesa Luterana.
Il nome Calace è ormai famoso in tutto il mondo come sinonimo di mandolini d’eccellenza.

Pietro Cavalazzi

Uno dei pochi maestri archettai ancora attivi nella città di Milano, dal 1983 Pietro Cavalazzi costruisce nella sua suggestiva bottega archi per ogni tipo di strumento e di ogni epoca, adoperando sempre materiali di prima scelta. Ogni arco è una creazione unica che coniuga senso estetico e massima funzionalità, soddisfacendo le esigenze di studenti, maestri e noti musicisti. La sua firma è accompagnata dall’inconfondibile simbolo del Duomo di Milano sul nasetto. Al lavoro in bottega alterna oggi l’insegnamento presso la prestigiosa Civica Scuola di Liuteria di Milano.

Giordano Viganò

Nella sua bottega di Novedrate, in provincia di Como, Giordano Viganò realizza prototipi in legno su disegno di grandi architetti e designer, ma anche mobili e arredi di altissima fattura.
Una visita al suo laboratorio, tra il profumo del legno e il lavoro dei falegnami, rivela una produzione tecnicamente impeccabile e stilisticamente aperta a confrontarsi con il design contemporaneo, senza mai dimenticare come valorizzare la bellezza e la preziosità del materiale.
Gli oggetti creati da Viganò hanno la poesia del capo d’opera: dai più piccoli e raffinati, come le scacchiere trasportabili in ebano e galuchat, le pochette in legno e pelle, o i set da scrivania in legno e cuoio e rifiniti in osso; a quelli più funzionali, come i grandi tavoli in legno di palma.
Con le sue creazioni, Viganò combina sapientemente tradizione e avanguardia: grazie soprattutto alla ricerca e al confronto con architetti e designer, il maestro trae ispirazione e suggestioni sempre nuove. Viganò mette infatti la sua maestria a disposizione di nomi importanti, come Sawaya e Moroni, Giorgetti, Studio Vitruvio, Porro e Promemoria, e architetti come Carlo Rampazzi e Peter Marino. Un esempio di prestigio sono le cassettiere disegnate da Kuramata per Cappellini, tuttora in produzione.