Ornella Bijoux è un’azienda artigiana fondata a Milano nel 1944 da Piera Barni. Una storica attività con una vicenda incredibile, che continua oggi grazie al talento e alla determinazione di Simona Scala, terza generazione alla guida.
Nell’atelier si realizzano gioielli dal sapore vintage, ispirati al design Liberty e non solo, ma anche dal gusto più contemporaneo, costituiti da originali composizioni di metalli e pietre veneziane, ceramiche dipinte a mano e cristalli, perle e conchiglie, ma anche smalti, corde, cuoio e piume, mescolati con grande libertà, armonia e originalità.
Un’impresa tutta al femminile, dove il saper fare e la maestria artigianale vengono tramandati di madre in figlia, ormai da quasi 80 anni.
Raccontaci la storia di “Ornella Bijoux”, atelier di alta bigiotteria di cui sei titolare.
La storia di Ornella Bijoux risale alla seconda guerra mondiale, ed è una storia di coraggio e resistenza scritta dalle donne: l’azienda fu fondata nel 1944 da mia nonna Piera Barni, che all’epoca lavorava come segretaria presso la Gi.Vi.Emme Profumi dei Visconti di Modrone. Dall’oggi al domani si trovò a dover decidere se fare il grande salto e rischiare tutto iniziando un’attività imprenditoriale.
Durante la guerra infatti dal mercato scomparvero sia l’oro, materia prima per la creazione di gioielli, che l’alcool, necessario per la produzione di profumi.
Così la Gi.Vi.Emme, per sopperire all’impossibilità di produrre profumi, propose a Calderoni Gioielli di disegnare e produrre una collezione di bijoux, che la Gi.Vi.Emme stessa avrebbe commercializzato attraverso la sua rete di distribuzione.
Quando nel 1944 tornarono sul mercato sia l’oro che l’alcool, le due aziende ripresero le loro produzioni ordinarie, e l’allora direttore artistico della Gi.Vi.emme, Dino Villani, propose a mia nonna di acquistare il campionario di bijoux e iniziare una nuova vita.
Ancora oggi mi sorprendo del coraggio di questa scelta perché mia nonna era vedova con tre figli e la mamma a carico, e manteneva tutti con il suo stipendio di segretaria; ma, soprattutto, si era ancora nel pieno della seconda guerra mondiale.
Mia nonna convocò mia mamma, che all’epoca aveva 14 anni e frequentava la prima superiore, e le disse che avrebbero cominciato una nuova vita e un nuovo lavoro.
Sotto i bombardamenti, come mi raccontava con orgoglio mia madre, cominciarono a girare la Lombardia e il Veneto in bicicletta per proporre i loro bijoux, e arrivarono anche nel Sud Italia grazie alla generosità dei camionisti, ai quali chiedevano un passaggio, poiché in quel periodo le linee ferroviarie erano tutte interrotte.
Per qualche anno vissero di rendita con i modelli che avevano venduto, poi mia mamma, Maria Vittoria Albani, mostrò immediatamente una straordinaria attitudine al disegno e alla creazione artistica e divenne, pur senza aver mai studiato, il pilastro di Ornella Bijoux: dalla sua fantasia e dal suo estro sono nati più di 30.000 modelli che ancora oggi vengono venduti.
Negli anni è entrato a far parte dell’azienda anche mio padre, Mario Scala, che, conosciuto in treno da mia mamma e mia nonna durante uno dei loro tanti viaggi, fu immediatamente “arruolato” e, fino alla sua prematura scomparsa, si occupò dell’amministrazione dell’azienda.
Nel 1962 decisero di aprire anche un prestigioso punto vendita in via Montenapoleone con il nome di “Creazioni Maria Vittoria”, dove più di una volta, grazie alla collaborazione con Biki, la famosa sarta milanese, furono realizzati gioielli per Maria Callas.